Descrizione
Alcuni storici hanno citato Denice nei loro manoscritti,tra questi ricordiamo Jonnes Baptista Moriondus, Francesco Guasco, Goffredo Casalis; analizzando e approfondendo le loro opere si nota come il piccolo paese di Denice dovette nei secoli sottostare a parecchi cambiamenti politici. Fino al Vili sec.d.C. Denice fu assoggettato alla città di Acqui. Prima fece parte della tribù dei Liguri Stazielli. La cui capitale era Caristo (attuale Acqui); poi inserito nel municipio romano di Acquae Statiellae; infine alle dipendenze del vescovo- conte la cui diocesi ricalcava i confini dell'antico municipio romano.
Le scorrerie dei Saraceni, nei primi decenni del 900, fecero cambiare l'assetto politico del basso Piemonte. Insediati a Frassineto in Francia, i Saraceni attraversarono l'Appennino Ligure e s'insinuarono nelle valli piemontesi saccheggiando e bruciando case, monasteri, uccidendo e deportando gli abitanti. Due volte gli "infedeli" raggiunsero Acqui: nel 905 portarono morte e distruzione, nel 936 furono sconfitti e cacciati dagli acquosi guidati da Aleramo.
Nel 967 Ottone I, imperatore del Sacro Romano Impero, assegnò una marca al prode marchese Aleramo come ricompensa per la fedeltà e la sua partecipazione nella lotta contro i Saraceni. Lamarca Aleramica si estendeva tra il fiume Tanaro, il fiume Orba ed il mare, comprendendo l'attuale territorio di Denice.
Nel 991 il marchese Anselmo, figlio di Aleramo, fondò l'abbazia di S. Quintino in Spigno e donò alcuni mansi situati sul territorio di Denice al suddetto cenobio. Nel 1170 l'arcivescovo di Milano Caldino e nel 1178 il Papa Alessandro III confermarono i beni ed i diritti del monastero di Spigno in Denice. Dopo circa un secolo d'unione marchionale, l'originale territorio posseduto dal marchese Aleramo nel 967 fu frazionato tra i suoi numerosi eredi; Denice sarà feudo del marchese Bonifacio del Vasco e per eredità passerà al figlio Enrico marchese di Savona ed in seguito al nipote Ottone marchese del Carretto. Nel 1209 il marchese Ottone del Carretto ed il figlio Ugo sottomisero al Comune di Asti, con tale assoggettamento Denice seguì le vicende dell'astense contrada sotto i provenzali, i rè di Francia e la casa Savoia; il passaggio sotto casa Savoia avviene nel 1527 quando Carlo V, imperatore del Sacro Romano Impero donò la contea di Asti alla cognata Beatrice moglie del duca Carlo III di Savoia. Nel XIII sec. Alcune casate marchionali iniziarono ad impoverirsi, vuoi per il continuo frazionamento dei feudi dovuto al prolificarsi dei figli eredi, vuoi per il limitarsi dei loro privilegi e per i debiti che stipulavano per mantenere la loro agiata esistenza, al punto che furono costretti a vendere alcuni feudi. I feudatari di Denice seguirono questa sorte: nel 1322 il marchese Manfredino del Carretto ed il figlio Oddone vendettero Denice al marchese Manfredo di Saluzzo; nel 1337 il marchese Manfredo di Saluzzo rivendette Denice ai marchesi Scarampi che resteranno Signori del luogo per alcuni secoli.
I marchesi del Carretto ed i marchesi Scarampi non esercitarono mai il loro patere feudale in prima persona sul piccolo feudo di Denice ma si servirono dei Marchesi di Ronzone che periodicamente infeudarono, ne sono esempio l'investitura concessa dal marchese Ottone del Carretto a favore del marchese Ponzio di Ronzone nell210 e l'investitura concessa dai marchesi Nicola e Luigi Scarampi a favore del marchese Giorgine di Ronzone nel 1482. Nel secolo XVI si estinse la linea maschile Scarampi in Denice perciò furono investite nell'ordine i marchesi: Valperga, Crivelli, Cacherano di Villafranca, Lavoretto di Belvedere, (tutti manterranno oltre al proprio il cognome Scarampi). L'ultima marchesa di villafranca investita del feudo fu Maria Cacherano Scarampi Crivelli col mariro Bemardo di Cavoretto conte di Belvedere nel 1781.
Denice fece sempre parte della diocesi di Acqui Tenne e le decime ecclesiastiche furono sempre investite ai marchesi di Ronzone (1296-1320-1342..)
Le scorrerie dei Saraceni, nei primi decenni del 900, fecero cambiare l'assetto politico del basso Piemonte. Insediati a Frassineto in Francia, i Saraceni attraversarono l'Appennino Ligure e s'insinuarono nelle valli piemontesi saccheggiando e bruciando case, monasteri, uccidendo e deportando gli abitanti. Due volte gli "infedeli" raggiunsero Acqui: nel 905 portarono morte e distruzione, nel 936 furono sconfitti e cacciati dagli acquosi guidati da Aleramo.
Nel 967 Ottone I, imperatore del Sacro Romano Impero, assegnò una marca al prode marchese Aleramo come ricompensa per la fedeltà e la sua partecipazione nella lotta contro i Saraceni. Lamarca Aleramica si estendeva tra il fiume Tanaro, il fiume Orba ed il mare, comprendendo l'attuale territorio di Denice.
Nel 991 il marchese Anselmo, figlio di Aleramo, fondò l'abbazia di S. Quintino in Spigno e donò alcuni mansi situati sul territorio di Denice al suddetto cenobio. Nel 1170 l'arcivescovo di Milano Caldino e nel 1178 il Papa Alessandro III confermarono i beni ed i diritti del monastero di Spigno in Denice. Dopo circa un secolo d'unione marchionale, l'originale territorio posseduto dal marchese Aleramo nel 967 fu frazionato tra i suoi numerosi eredi; Denice sarà feudo del marchese Bonifacio del Vasco e per eredità passerà al figlio Enrico marchese di Savona ed in seguito al nipote Ottone marchese del Carretto. Nel 1209 il marchese Ottone del Carretto ed il figlio Ugo sottomisero al Comune di Asti, con tale assoggettamento Denice seguì le vicende dell'astense contrada sotto i provenzali, i rè di Francia e la casa Savoia; il passaggio sotto casa Savoia avviene nel 1527 quando Carlo V, imperatore del Sacro Romano Impero donò la contea di Asti alla cognata Beatrice moglie del duca Carlo III di Savoia. Nel XIII sec. Alcune casate marchionali iniziarono ad impoverirsi, vuoi per il continuo frazionamento dei feudi dovuto al prolificarsi dei figli eredi, vuoi per il limitarsi dei loro privilegi e per i debiti che stipulavano per mantenere la loro agiata esistenza, al punto che furono costretti a vendere alcuni feudi. I feudatari di Denice seguirono questa sorte: nel 1322 il marchese Manfredino del Carretto ed il figlio Oddone vendettero Denice al marchese Manfredo di Saluzzo; nel 1337 il marchese Manfredo di Saluzzo rivendette Denice ai marchesi Scarampi che resteranno Signori del luogo per alcuni secoli.
I marchesi del Carretto ed i marchesi Scarampi non esercitarono mai il loro patere feudale in prima persona sul piccolo feudo di Denice ma si servirono dei Marchesi di Ronzone che periodicamente infeudarono, ne sono esempio l'investitura concessa dal marchese Ottone del Carretto a favore del marchese Ponzio di Ronzone nell210 e l'investitura concessa dai marchesi Nicola e Luigi Scarampi a favore del marchese Giorgine di Ronzone nel 1482. Nel secolo XVI si estinse la linea maschile Scarampi in Denice perciò furono investite nell'ordine i marchesi: Valperga, Crivelli, Cacherano di Villafranca, Lavoretto di Belvedere, (tutti manterranno oltre al proprio il cognome Scarampi). L'ultima marchesa di villafranca investita del feudo fu Maria Cacherano Scarampi Crivelli col mariro Bemardo di Cavoretto conte di Belvedere nel 1781.
Denice fece sempre parte della diocesi di Acqui Tenne e le decime ecclesiastiche furono sempre investite ai marchesi di Ronzone (1296-1320-1342..)